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"Regeni incastrato", spunta il video inedito

Le immagini mai viste dell'incontro con l'ambulante che aveva denunciato il giovane all'intelligence come possibile spia

Silvia Sfregola
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"Io ho una situazione familiare disagiata. Mia figlia è stata operata il cinque. Mia moglie deve essere operata per cancro. Per cui io sono disposto a buttarmi su qualsiasi cosa, l'importante che ne escano fuori dei soldi!". Sono le parole di Mohamed Abdallah, uno dei capi del sindacato degli ambulanti sul quale Giulio Regeni compiva le sue ricerche, nel VIDEO girato dal sindacalista. Ad Abdallah, che chiede a Giulio di usare in modi non consentiti il denaro derivante da un finanziamento che voleva far arrivare grazie alle sue ricerche al sindacato, il giovane risponde in modo chiaro: "Senti, Mohammed, questi soldi non sono i miei. Io non posso utilizzarli a mio piacimento perché sono un accademico e non posso comunicare all'istituto britannico che intendo usare i soldi per fini personali. Si creerebbe un grande problema per i britannici!" Abdallah lo incalza: "Ma non c'è una scappatoia per poter utilizzarli a fini personali?" E Giulio non arretra di un passo: "Non so che dirti! Questi soldi provengono tramite me, ma dalla Gran Bretagna e dal Centro Egiziano. E da quest'ultimo ai venditori ambulanti. Non c'è altra via!". ll video, che è stato consegnato alla procura di Roma dal procuratore egiziano nell'incontro che si è tenuto nel dicembre scorso, dimostra non solo che il ricercatore era sorvegliato dalla polizia, ma che qualcuno, con tutta probabilità, tentò di incastrarlo: "Non ho nessuna autorità. Io sono solamente uno straniero in Egitto - dice Giulio a Abdallah - Sono un ricercatore e mi interessa procedere nella mia ricerca - progetto. Io, Giulio, il mio interesse è questo. E mi interessa che voi come venditori ambulanti fruiate del denaro in modo ufficiale, come previsto dal progetto e dai britannici. Questo è l'importante per me". "Non ho altri interessi - continua il ricercatore - E mi auguro che sia lo stesso obiettivo di quelli del Centro". Giulio chiede un contributo a Abdallah, idee per usare al meglio il finanziamento di diecimila sterline che forse sarebbe arrivato dalla fondazione britannica Antipode, e il sindacalista risponde: "No? allora? Giulio? non riesci a capirmi! Questi soldi li useremo in progetti di affitto di spazi per bancarelle eccetera, oppure li useremo per progetti politici per promuovere la libertà". E Giulio risponde secco: "Fare politica la vedo difficile in questo frangente!" "Allora, se sul piatto si mette una buona idea e intendiamo ottenere sovvenzionamento - prosegue Giulio senza immaginare di essere ripreso attraverso una microcamera nascosta dal suo interlocutore - sempreché ce li concedano, mi auguro di sì, allora ci saranno eventualmente molti progetti provenienti da diverse parti del mondo per i quali poter ottenere del denaro. Quindi, quello che voglio spiegare è che la cosa non è sicura al cento per cento, ma dobbiamo tentare e sperare. Se noi sul piatto abbiamo delle idee, magari proveniente, ad esempio, da te, allora, una volta ottenute le informazioni (relative alle eventuali idee e progetti N.d.T.)". Nei quarantacinque minuti del colloquio, avvenuto in un bar del quartiere Ramses del Cairo, Abdallah fa più volte riferimento ai soldi che vorrebbe utilizzare per le sue questioni familiari: "Mia figlia ha subito un intervento e necessita di essere sottoposta ad un ulteriore intervento e quindi mi trovo in condizioni di bisogno economico", dice Abdallah e Giulio risponde: "Mi dispiace, ma questa è un'altra questione. Io non so cosa dirti in relazione ai soldi! Soldi che, tra l'altro, potrebbero arrivare dopo marzo e non adesso. Non possiamo fruire di altri soldi prima dell'arrivo dei soldi dell'istituto britannico!". Il colloquio avviene il 6 gennaio e questo è un dettaglio importante per le indagini perché contraddice la ricostruzione fatta lo scorso settembre dal procuratore della Repubblica Araba d'Egitto Nabil Ahmed Sadek, secondo la quale Abdallah avrebbe denunciato la prima volta Giulio il 7 gennaio 2016. Il video, realizzato con mezzi che con tutta probabilità proprio la polizia ha fornito al sindacalista, dimostra che Abdallah aveva parlato di Giulio alla National Security egiziana ben prima del 7 gennaio, nell'intervallo compreso tra la riunione del sindacato cui Giulio aveva partecipato, unico europeo presente, a metà dicembre del 2015 e il 6 gennaio, giorno in cui Abdallah indirizzato dalla polizia fece la chiacchierata con il giovane.

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