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Trump attacca Obama: ha intercettato i miei telefoni, è il nuovo Watergate

Silvia Sfregola
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Alle strette per i sospetti della "Russia connection", il presidente americano, Donald Trump, reagisce attaccando pesantemente il suo predecessore, Barack Obama. E intanto la sua amministrazione valuta la possibilità di separare i figli dalle madri se arrivano insieme clandestinamente negli Stati Uniti, allo scopo di scoraggiare l'immigrazione irregolare e in particolare l'arrivo di donne con minori. La misura sarebbe "al vaglio", secondo quanto dichiarato alla Abc, da un funzionario del dipartimento per la Sicurezza Nazionale, citato dai media americani. "Ho appena scoperto che Obama aveva messo sotto controllo i telefoni alla Trump Tower poco prima della vittoria. Non fu trovato nulla. Questo è maccartismo", afferma il presidente attraverso il suo canale preferito, l'account Twitter. Terrible! Just found out that Obama had my "wires tapped" in Trump Tower just before the victory. Nothing found. This is McCarthyism!— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 4 marzo 2017 La serie di tweet, diffusa all'alba americana, continua: "È legale che un presidente in carica faccia intercettazioni sulla corsa presidenziale prima del voto? Su questo già si era pronunciato un tribunale. Toccato di nuovo il fondo". "Scommetto che un bravo avvocato farebbe un'ottima causa sul fatto che il presidente Obama intercettava le mie comunicazioni ad ottobre, proprio prima delle elezioni". E infine: "Da quanto tempo andavano avanti le intercettazioni ordinate da Obama durante il sacro processo elettorale? Questo è il Nixon-Watergate. Il tipo è cattivo (o malvagio)". Just out: The same Russian Ambassador that met Jeff Sessions visited the Obama White House 22 times, and 4 times last year alone.— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 4 marzo 2017 Non è chiaro se il presidente americano abbia effettivamente delle prove di quanto denunciato o sia se stia invece rilanciando notizie comparse sui media. Venerdì Breitbart News, il sito conservatore un tempo guidato dall'attuale stratega della Casa Bianca Steve Bannon, aveva rilanciato accuse simili. In particolare il sito aveva citato affermazioni del conduttore radiofonico dell'ultradestra Mark Levine secondo cui Obama aveva ordito "un golpe silenzioso" contro Trump con "tattiche da polizia segreta". How low has President Obama gone to tapp my phones during the very sacred election process. This is Nixon/Watergate. Bad (or sick) guy!— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 4 marzo 2017 Già in passato Trump ha twittato notizie lanciate dai blog e dai siti a lui vicini che in alcuni casi si sono rivelate infondate. Un ex consigliere di Obama, Ben Rhodes, ha replicato duramente alle accuse. "Solo un bugiardo può montare un caso come questo. Nessun presidente può ordinare un'intercettazione. Queste restrizioni sono state messe in atto per proteggere i cittadini da gente come te", ha scritto in una serie di tweet. Obama è citato anche in un altro tweet del presidente: riguardo ai sospetti di una "Russia Connection" dovuta agli incontri tra l'ambasciatore russo e l'allora senatore, oggi ministro della Giustizia Jeff Sessions, Trump ricorda che lo stesso diplomatico ha incontrato Obama alla Casa Bianca 22 volte, tra cui quattro volte solo l'anno scorso". In un altro tentativo di contrattacco sul Russiagate via Twitter, Trump è invece scivolato sullo spelling ed è stato costretto a rimandare per tre volte lo stesso tweet. Dopo più di sei ore arriva la secca risposta dell'ex presidente democratico, tramite il portavoce Kevin Lewis: "Né il presidente Obama, né alcun ufficiale della Casa Bianca, ha mai ordinato sorveglianza su alcun cittadino degli Stati Uniti. Ogni affermazione di altro tipo è semplicemente falsa". Intanto, vari media americani e internazionali fanno un'ipotesi sulla possibile provenienza dell'accusa di Trump: un articolo di Breitbart News, sito web notoriamente di estrema destra un tempo guidato da dall'attuale chief strategist di Trump, Steve Bannon. Il portavoce di Obama nella smentita ha anche detto: "Una regola cardine dell'amministrazione Obama era che nessun ufficiale della Casa Bianca interferisse mai con alcuna indagine indipendente guidata dal dipartimento della Giustizia". Ciò lascia aperta la possibilità che un controllo sulla campagna di Trump possa essere stato effettivamente ordinato, non dalla Casa Bianca bensì dal dipartimento di Giustizia. Secondo la legge americana, un tribunale federale dovrebbe trovare elementi probabili che l'obiettivo della sorveglianza sia "un agente di una potenza straniera", per approvare un mandato del genere. L'amministrazione Trump è da giorni di nuovo nella bufera per i contatti di membri del suo staff di campagna elettorale con ufficiali russi, nei mesi prima delle elezioni. Molti democratici hanno a gran voce chiesto un'indagine sulle relazioni con i russi. Il primo consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, Michael Flynn, si era dimesso a febbraio dopo che era emerso che aveva discusso le sanzioni a Mosca con funzionari di Mosca e mentito in proposito, poi in un'analoga situazione è finito il ministro della Giustizia, Jeff Sessions, tutt'ora nell'occhio del ciclone.

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