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Morelli (Lega), il governo va Ma con autonomie e flat tax

Benvenuto a bordo de L'Abitacolo, Alessandro Morelli, che è uno degli esponenti di punta della Lega di Matteo Salvini ed è pure un giornalista. A proposito, non si vergogna un pizzico? I giornalisti non sono così popolari dalle parti del suo governo. Li chiamano pennivendoli, giornalai... Ma no! Ci sono bravissimi giornalisti apprezzati da tutti. Poi – è vero- ci sono anche colleghi che sono legittimamente di parte, ma fingono di non esserlo. Questo piace meno. Appunto non piacciono. Ma non facciamo il viaggio su questo. Per altro lei si occupa di trasporti, essendo presidente della omonima commissione della Camera... ...trasporti e telecomunicazioni. Ci tengo a sottolinearlo, perché c'è il 5G che è una grande partita che gestirà le nostre vite. Perché non è la semplice evoluzione di questi telefonini-computer che portiamo nelle nostre giacche o nelle borse delle signore, ma sarà una rivoluzione perché toccherà l'industria, la sanità, la vita dei cittadini... Vero, ma ci vorranno un fracco di tempo e molti soldi. Oggi se ne parla nei convegni e fra gli esperti. Ma quando inizierà a girare la pubblicità per comprare il telefonino 5G di Pinco Pallo, diventerà una cosa di tutti Dicevo molti soldi non pensando solo ai telefonini, ma anche agli elettrodomestici intelligenti che potranno essere comandati da quella tecnologia. Bisognerebbe cambiare tutto in una casa, e non è che ci siano così tanti soldi in giro. Penso che ci vorrà tanto tempo. Ma bisogna prepararsi adesso, perché quel nuovo mondo è ineluttabile e arriverà, non lo puoi fermare con un dito. Ed è meglio affrontare prima i problemi che può porre e che molti addetti ai lavori ci raccontano in commissione. Che tipo di problemi? Primo: bisognerà mettere nuovi tipi di antenne dappertutto. E quindi oggi raccogliamo i problemi medico-sanitari che questo pullulare di trasmettitori potrà comportare. Bisogna avere difese per la salute, se necessarie. Poi c'è un problema di posti di lavoro. Lo dice negativo? Dovreste esultare per i nuovi posti di lavoro creati, no? Il problema è proprio l'opposto. E' venuto in commissione un manager di Amazon che ci ha spiegato come con queste nuove tecnologie fra dieci anni non avranno più bisogno di magazzinieri. Dobbiamo prepararci a questo, e prevedere l'impatto anche sul nostro mercato del lavoro con soluzioni alternative. Sa che questo tema della tecnologia che fa a meno del lavoro l'ho sentito raccontare anni fa da Beppe Grillo, che dava come soluzione possibile proprio il reddito di cittadinanza? Lo pensava come un diritto ad esistere in un mondo con meno lavoro a disposizione. Ora l'avete fatto, ho il sospetto che diventerà quello: un sussidio permanente. Non so se è quella la soluzione. Ma è ragionevole studiare soluzioni per potere affrontare l'impatto di questa rivoluzione tecnologica, che sarà una grande ondata non arrestabile. E che pone anche problemi etici, per questo stiamo ascoltando anche il parere di filosofi in commissione. Etici? Di privacy, o diritti che vengono meno? Faccio un esempio: l'auto senza guidatore. Certo, non sarà fra due o tre anni, magari fra dieci o venti. Ma queste auto a guida autonoma funzioneranno attraverso una serie di algoritmi. Bisogna fare delle scelte su quello, e normarle. Ad esempio cosa si dice all'algoritmo se in una situazione si deve scegliere se salvare la vita di chi è a bordo o quella di chi passa improvvisamente davanti all'auto? Morelli, mi interessa moltissimo il futuro che mi racconta. Però ho un leghista a bordo all'indomani delle europee, e bisogna che parliamo un po' di politica. Si aspettava il vostro boom nelle urne? Pochi di noi se lo aspettavano, ma alcuni sì. Abbiamo molti legami con il territorio, e in ogni caso avevamo visto le immagini delle piazze sempre straordinariamente piene ai comizi di Matteo Salvini. Ma c'era pure un vecchio detto: “piazze piene, urne vuote”... Vero, ma il calore delle persone intorno a Salvini era così forte che le urne non avrebbero potuto essere vuote. Non potevamo pubblicarli, ma noi come voi guardavamo i sondaggi che venivano fatti. E negli ultimi sette -dieci giorni dicevano il contrario. Sì, questi guru sostenevano che la Lega era entrata in crisi. Qualcuno ci faceva ormai scendere al 26-27%. Ma io non ci credevo. Invece temo che ci credessero i vostri alleati di governo... I nostri contraenti. Va bene, i contraenti del contratto. Il M5s dagli stessi sondaggi era dato in ripresa, anche forte dopo la caduta dei mesi precedenti. Credo che il risveglio lunedì mattina per loro sia stato veramente duro. Li ha trovati storditi quando li ha visti in commissione? Sinceramente no. Non ho notato nulla di diverso dai mesi precedenti. Però è stupido negarlo: un po' di tensioni fra di loro ci sono. Un po'? Luigi Di Maio ha sottoposto al referendum dei militanti la sua leadership. Secondo lei collassa tutto? Non credo. Con questi numeri solo la Lega potrebbe avere un guadagno netto di parlamentari, tutti gli altri rischiano di perderne. Quindi la tentazione è di Salvini? Non mi sembra. D'altra parte noi questi numeri li abbiamo ottenuti governando e facendo cose, quindi è vantaggioso continuare su questa strada: magari possiamo crescere ancora. Dal nostro punto di vista non cambia nulla. Nemmeno il contratto? No, il contratto è quello. Allora diciamolo in altro modo: le priorità sulle cose da fare? Ah, delle priorità parliamone sì. Perché su queste gli italiani hanno dato oggettivamente un messaggio molto chiaro. Se in Veneto abbiamo preso quasi il 50%, è ovvio che dobbiamo dare risposte a quella gente. E sappiamo come si sono espressi i veneti sull'autonomia. Quindi subito autonomia. Prima del voto i grillini (che continuano ad avere il doppio dei vostri parlamentari) avevano elencato le loro priorità, dal conflitto di interessi al salario minimo alla giustizia. E adesso? Tutte nel cestino? Sono temi del contratto, e lì rimangono. E se si supera questo momento di difficoltà interna al M5s, nei quattro anni che rimangono affronteremo tutti i temi del contratto di governo. Anche questi che però non hanno urgenza. Non scommetto un soldo bucato sui cinque anni di governo insieme. Il contratto ha quella scadenza. Se poi accadesse qualcosa prima, non so. Ma per noi non cambia l'agenda in nessun modo: immigrazione, sicurezza, flat tax, autonomia, legge Fornero da smontare pezzo a pezzo... Fino a qui voi leghisti vi siete intestate cose efficaci, ma che non costavano tanto, salvo quota 100 che però riguarda una fetta ristretta di italiani. Con la Flat tax però la musica è diversa, e i soldi da trovare sono tanti, anche se non la farete in un colpo secco... No, quello non è possibile. Deve essere per forza graduale, perché se no le coperture non le troviamo. Ma va bene fare le cose un passo alla volta. Si ricorda l'idea di Matteo Renzi? Una riforma al mese. Poi lui non le ha fatte, e si è buttato solo sul referendum costituzionale, ma l'idea era buona. Salvini è decisionista, ma equilibrato. La flat tax è un cambio epocale di modello economico, per cui va fatta un passo alla volta. I teorici dicono però l'opposto: se non si fa tutta in un colpo rischia di non funzionare. Ad esempio non ha possibilità di recuperare aree di evasione se la concede solo fino a 50 mila euro. Gli evasori non guadagnano così poco... Ho capito, ma quella rivoluzione attuata così avrebbe scassato molto più probabilmente i conti pubblici. La nostra scelta è quella di fare un passo alla volta e arrivare all'obiettivo finale per gradi. Però guardiamo ai risultati, perché ricordiamo la delusione provata per la grande riforma fiscale liberale del vecchio centrodestra che non è stata attuata. E non vi faranno le barricate contro? A proposito, nella commissione che lei guida che rapporto c'è con la opposizione? Riuscite a lavorare insieme? Sì, quando non ci sono i riflettori accesi, tutti si è più di sostanza. E poi per me quando una idea è buona, è buona. Non importa da dove provenga. Quindi la accolgo. E capisco anche quando uno porti qualcosa a favore del suo territorio. Anche io l'ho fatto: sono milanese e se posso fare qualcosa di utile alla mia città, mi batto fregandone del fatto che lì comandi il Pd e il sindaco Beppe Sala non coinvolga mai le opposizioni. Ah, sì? Che ha fatto per Milano? Con i miei colleghi ho portato a casa nella ultima manovra economica 900 milioni di euro per prolungare la metropolitana M5 da Milano a Monza, collegando per la prima volta in quel modo due capoluoghi di provincia. Vista la metropolitana che c'è qui con le stazioni che cadono a pezzi, servirebbe qualche soldino pure a Roma, no? Mi auguro che i colleghi della capitale facciano di meglio. Ma come, avete boom nelle urne pure nella capitale e me la snobba così? A proposito, come avete fatto a prendere tutti quei voti dai romani dopo che avevate bloccato il famoso salva-Roma? Guardi, la regola nostra è che se una cosa è buona per la gente, si fa. Il salva-Roma era indifferente alla vita dei cittadini, toglieva solo qualche castagna dal fuoco a chi deve amministrare la città. Se gli effetti non sono per la sora Maria... … ma per la sora Virginia... Ecco, a quel punto parliamone con tutta calma. Anche qua ci vuole equilibrio e buon senso. Roma è la capitale di Italia, ci vengono milioni di turisti e la città è un biglietto da visita del paese. Se servono investimenti per presentarlo meglio, facciamoli. Ma non possiamo nemmeno dimenticare altre città che meritano altrettanto rispetto dallo Stato. E i 5 stelle hanno la stessa idea? Diciamo che con loro si trova sempre una soluzione condivisa su temi presenti nel contratto. Se invece si esce da lì, abbiamo sensibilità molto diverse e le discussioni diventano infinite. Mi faccia un esempio. Il codice della strada che stiamo modificando. Noi siamo per alzare un limite di velocità in autostrada che era stato immaginato quando circolavano al massimo Ritmo e Tempra. I colleghi grillini sono contrari e vogliono mettere invece a tutti i semafori per strada una linea di arresto arretrata per le auto e i mezzi pubblici e davanti una linea di arresto per le biciclette che quindi frenerebbero ogni ripartenza quando scatta il verde. Per noi è no. Ma se litigate su quello, figuriamoci sulla Tav... No, non mi cada anche lei in questa trappola mediatica. Trappola? Perché? Danilo Toninelli è ministro da un anno. Avesse voluto sospendere i lavori, l'avrebbe fatto. Se lei puntasse la sua Smart Tv sui cantieri Tav troverebbe invece le ruspe che lavorano e bucano la montagna e gli operai regolarmente al lavoro. A noi piacciono quei gilet arancioni, e quell'opera non solo va fatta, ma si sta facendo. Come sono al lavoro i martelloni al terzo valico. Andare avanti con i cantieri è necessario, e aprirne altri pure. Ma lei pensa che la Tav sia così popolare da Roma in giù? No, non c'è di sicuro la percezione. Sinceramente è popolare da Novara alla Val di Susa, non altrove. Si voleva il referendum con le popolazioni interessate? I piemontesi con il loro voto hanno dato una risposta chiara. Anche in Val di Susa. Il discorso referendario è chiuso a questo punto. E comunque cadute le ideologie agli italiani non piace sentirsi dire “questa cosa non si fa. E perché? Perché no”. Gli italiani hanno capito che le opere servono all'Italia, per contribuire allo sviluppo del paese. E' gente di buon senso. A proposito, avete preso un fracco di voti nei comuni terremotati, dove sono arrabbiatissimi con questo governo- e con il M5s che avevano votato nel 2018. Li aiuterete a sbloccare la ricostruzione? Sì, e dobbiamo porre il problema subito in Europa, perché dobbiamo potere fare investimenti senza che finiscano nel calderone del debito pubblico. Credo che il problema non sia quello, ma i vincoli burocratici e l'assenza di decisioni nazionali e locali. Magari anche per paura di firmare. E infatti la riforma dell'abuso di ufficio vale soprattutto per situazioni così. Perché non firmano i sindaci, ma nemmeno i dirigenti dei comuni. Bisogna cambiare le regole soprattutto in condizioni di emergenza. Così finiamo sulla giustizia, che è l'altro grande solco che c'è fra voi e il M5s... Certo noi non saremo mai dei manettari giustizialisti. Bisogna imparare a distinguere caso per caso, reato per reato, situazione da situazione. Ci sono amministratori pubblici che gestiscono correttamente miliardi di bilancio , e poi vengono indagati per contrattini da 10 mila euro. Non mi sembra di grande gravità né di rilevanza politica. Siamo alla fine della corsa. Allora, romperete sulla giustizia? Non lo deve chiedere a me. Noi distingueremo caso da caso. E i nostri della cui onestà siamo convinti li difenderemo fino alla fine, con coerenza. E se qualcuno ha fatto davvero il mariuolo? Se davvero è così, deve essere punito il doppio degli altri per rispetto del nostro popolo che non possiamo mai deludere.

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