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Caro Travaglio, sui vitalizi stavolta hai esagerato

Il taglio dei vitalizi agli ex parlamentari è stato una mossa demagogica e palesemente anticostituzionale.   La Consulta aveva già espresso il suo indirizzo in passato su provvedimenti del genere: devono essere motivati da situazioni di grave emergenza economica, devono essere temporanei e devono essere “proporzionali”, nel senso che non può accadere che a qualcuno, ad esempio, venga decurtato il 10% degli assegni e ad altri il 50% o più.   Il taglio deciso invece dall'ufficio di presidenza della Camera, e poi “imitato” da quello del Senato, violava almeno due di queste condizioni, il carattere temporaneo e la proporzionalità.   E anche dal punto di vista dell'emergenza economica ci sarebbe da ridire. Perché è vero che il debito pubblico italiano può essere considerato di carattere emergenziale, ma un taglio che riguarda una platea di appena duemila persone, peraltro in età avanzata e quindi destinate a incassare l'assegno per pochi altri anni, produce risparmi praticamente ininfluenti per il bilancio pubblico.   Fatta questa doverosa premessa, la vicenda merita sicuramente una riflessione attenta e, possibilmente, libera da prese di posizione dogmatiche e violente nei confronti di qualsiasi opinione. Per approfondire leggi anche: Fanno tutti gli eroi con i vitalizi degli altri   Il Fatto quotidiano di Marco Travaglio, invece, alla questione dedica una prima pagina con un titolo ripreso da una frase della serie “Gomorra”, “mo ei ripigliamm tutt' chell che è ‘o nuost”, e pubblica la foto dei protagonisti della stessa serie. In pratica paragonando ai camorristi gli ex senatori che hanno fatto ricorso contro il taglio.   Ecco, credo che ci sia un confine che i giornalisti non dovrebbero mai superare nel fare il loro lavoro. E credo che in questo caso il limite sia stato ampiamente oltrepassato. C'è già tanta demagogia in politica, sarebbe meglio evitare di alimentarla. Per rispetto non tanto delle istituzioni, che sono già bravissime a farsi male da sole. Ma semplicemente del nostro lavoro. Della nostra etica.

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